BIBLIOTERAPIA
In questa sezione del sito si possono trovare consigli di lettura per adulti e giovani adulti, ragazzi, bambini e preadolescenti. Qui di seguito descrivo il metodo e gli obiettivi della biblioterapia.
Leggo da quando ero piccola ed i libri che ho letto sono rimasti inestricabilmente intrecciati in una fitta rete di “segrete connivenze” con la mia vita. Si può dire che, in qualche modo, sia stata la lettura la mia prima terapia. Per farne solo alcuni esempi: con Jo March e le sue sorelle ho compreso l’importanza di credere in ciò che faccio e i vantaggi della condivisione; per catarsi, ho superato i momenti più bui, tipici della fase di “blues adolescenziale”, grazie a Dostoevskij ed ai suoi travagliatissimi personaggi; Pirandello ha risposto ai dubbi amletici che si andavano insinuando nei miei pensieri in tarda adolescenza riguardo alla natura umana ed ai molteplici aspetti della personalità…. C’è stato un autore o un libro per ogni fase della mia vita, mutevoli istantanee in cui tuttora mi rifugio quando tento di definire significati emergenti.
Conosco bene la magia della lettura e quella strana dimensione spazio-temporale del leggere: il tempo sospeso, lo spazio illimitato, moltiplicato. Paola Zannoner, scrittrice ed esperta di letteratura per ragazzi, sostiene che “Il lettore è una persona disposta a dedicare parte del suo tempo al libro. Fondamentalmente è una persona CHE POSSIEDE IL SUO TEMPO”. Per leggere occorre avere tempo, ma il tempo della lettura. É un tempo diverso da quello della quotidiana routine, è un tempo ciclico, non lineare, è kairos, non kronos. É il tempo soggettivo, il tempo della riflessione, il “tempo senza tempo”.
“Leggere è complicità nel processo creativo” (Marina Cvetaeva, poetessa russa). Leggere è gioco, è un’attività che ci trasporta nel nostro spazio transizionale, nello spazio potenziale della creatività e dell’immaginazione.
Proprio questa capacità di porsi come “oggetto mediatore” rende i libri e la lettura strumenti molto utili nel setting terapeutico. Tramite le letture condivise è possibile far emergere nuovi significati, elicitare emozioni e vissuti in una forma tollerabile e trasformarli in energia positiva e costruttiva. Ovviamente, come dice Pennac (1993) “il verbo leggere, come il verbo amare, non sopporta l’imperativo”: così come sarebbe paradossale prescrivere a qualcuno di amare, altrettanto difficile sarebbe utilizzare la lettura nel setting con persone che non la amano.
Conosco bene la magia della lettura e quella strana dimensione spazio-temporale del leggere: il tempo sospeso, lo spazio illimitato, moltiplicato. Paola Zannoner, scrittrice ed esperta di letteratura per ragazzi, sostiene che “Il lettore è una persona disposta a dedicare parte del suo tempo al libro. Fondamentalmente è una persona CHE POSSIEDE IL SUO TEMPO”. Per leggere occorre avere tempo, ma il tempo della lettura. É un tempo diverso da quello della quotidiana routine, è un tempo ciclico, non lineare, è kairos, non kronos. É il tempo soggettivo, il tempo della riflessione, il “tempo senza tempo”.
“Leggere è complicità nel processo creativo” (Marina Cvetaeva, poetessa russa). Leggere è gioco, è un’attività che ci trasporta nel nostro spazio transizionale, nello spazio potenziale della creatività e dell’immaginazione.
Proprio questa capacità di porsi come “oggetto mediatore” rende i libri e la lettura strumenti molto utili nel setting terapeutico. Tramite le letture condivise è possibile far emergere nuovi significati, elicitare emozioni e vissuti in una forma tollerabile e trasformarli in energia positiva e costruttiva. Ovviamente, come dice Pennac (1993) “il verbo leggere, come il verbo amare, non sopporta l’imperativo”: così come sarebbe paradossale prescrivere a qualcuno di amare, altrettanto difficile sarebbe utilizzare la lettura nel setting con persone che non la amano.