Dott.ssa Lucia Bruciafreddo - Psicologa, Psicoterapeuta
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MODELLO PSICODINAMICO-PSICOANALITICO
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​Il processo terapeutico nell’approccio psicanalitico consiste in un esame approfondito del passato, in cui vengono ricostruite, discusse, interpretate e analizzate le esperienze infantili del paziente. Ciò avviene nel momento in cui il terapeuta costruisce una relazione che il paziente sente “sicura”. La presa di coscienza (insight) comporta un cambiamento nelle prospettive e nei punti di vista del paziente, che gli permette di adattarsi in modo più adeguato alle richieste della società.



​Obiettivi

La psicoanalisi classica ha come obiettivo principale quello di produrre un cambiamento strutturale o una totale riorganizzazione della personalità del paziente. 
Le altre psicoterapie psicoanalitiche hanno i seguenti obiettivi:
- l’alleviamento dei sintomi del paziente;
- la capacità di costruire delle relazioni produttive ed efficaci con il suo ambiente.

Tecniche specifiche
Le cinque tecniche base del modello psicodinamico-psicoanalitico sono: 
- le libere associazioni;
- le interpretazioni;
- l’analisi dei bisogni;
- l’analisi delle resistenze;
- l’analisi del transfert.

MODELLO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE
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I modelli di intervento dell’approccio cognitivo-comportamentale hanno tutti una caratteristica in comune: l’applicazione di un metodo più o meno standardizzato per la valutazione e il cambiamento di comportamenti oggettivi, osservabili e misurabili. Durante il processo terapeutico, gli obiettivi da raggiungere vengono specificati in termini concreti e oggettivi e le strategie da adottare vengono riviste e rinegoziate continuamente insieme al cliente. Il terapeuta aiuta il paziente a cambiare i comportamenti inappropriati fornendogli i mezzi per la realizzazione delle mete individuali. Il grado di appropriatezza di un comportamento non è determinato oppure imposto dal terapeuta ma viene discusso con il paziente, all’interno di un contratto terapeutico flessibile e modificabile rispetto alle priorità che emergono nel corso della psicoterapia.

Obiettivi
- Facilitare il cliente ad individuare “le credenze limitanti” (pensieri su di sé e sulla realtà che in qualche modo si pongono come limite al proprio percorso di crescita ed al proprio benessere);
- Confrontare questa tipologia di pensieri con la realtà effettiva;
- Facilitare il cliente a valutare le soluzioni alternative.

Tecniche specifiche
I terapeuti cognitivo-comportamentali hanno a disposizione un’ampia gamma di strategie terapeutiche che uniscono tecniche e interventi razionali, empirici e costruttivisti, in base al problema specifico del paziente ed alle preferenze del terapeuta. Tra le tecniche più utilizzate ci sono:
- la desensibilizzazione sistematica;
- il modellamento;
- il training assertivo.

MODELLO UMANISTICO-ESISTENZIALE
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La peculiarità specifica delle psicoterapie umanistico-esistenziali è la creazione di un rapporto autentico, aperto, rispettoso ed ugualitario tra il cliente ed il suo terapeuta. Quest’ultimo infatti non viene considerato né un insegnante né un esperto; il suo interesse non è rivolto ad etichettare il problema del cliente come patologico, e nemmeno tiene conto del suo passato, se non nella misura in cui esso influenza il “qui e ora” del paziente. Il terapeuta presta la sua attenzione alla persona e non al suo problema. In questo modello, definito “Terza Forza” in psicologia, rientrano i contributi della Psicoterapia Umanistica e della Gestalt. I terapeuti umanistici lavorano prevalentemente con le tecniche verbali. Viene usato l’”ascolto attivo” ed altre tecniche comunicative come: riformulazione, approfondimenti, chiarificazioni, verifiche e riassunti. L’ascolto può essere considerato la principale tecnica di cui ha bisogno la relazione terapeutica “centrata-sulla-persona”; l’ascolto viene definito come un prestare attenzione ai messaggi verbali e non verbali, ai pensieri e sentimenti espressi dal cliente avendo nei suoi confronti un atteggiamento di “accettazione incondizionata” e di empatia. L’obiettivo principale della terapia della Gestalt è di allargare il raggio delle nostre possibilità, aumentare il senso della responsabilità e dell’autonomia, riabilitare l’emotività (spesso censurata dalla cultura occidentale) e migliorare la nostra capacità di adattamento a esseri e contesti differenti. L’approccio della psicoterapia della Gestalt mira quindi al mantenimento e allo sviluppo del benessere dell’individuo, non alla guarigione o alla riparazione di qualche disturbo: lo spirito della Gestalt si oppone infatti ad una concezione predefinita di “normalità”, valorizzando invece il diritto all’originalità irriducibile di ogni essere e puntando dunque allo sviluppo personale ed all’espansione del potenziale umano. Tra le tecniche più famose ed efficaci usate dalla Gestalt c’è quella della “sedia vuota”: si tratta di una sorta di role playing in cui il cliente parla nel qui ed ora con persone, eventi e cose del suo passato o del suo presente “come se” fossero presenti nel setting ed entra in contatto con i suoi sentimenti e le sue emozioni.

Obiettivi
L’approccio umanistico-esistenziale mira a:
- facilitare la crescita personale del cliente;
- consentire alla persona l’espressione del suo potenziale;
- fornire le condizioni necessarie e sufficienti al cambiamento terapeutico della personalità.

Tecniche specifiche
Le tecniche sono quelle che si rifanno ai principali modelli della “Terza Forza”, ossia quello umanistico e rogersiano, quello gestaltico e quello dell’Analisi Transazionale. Tra queste:
- ascolto attivo;
- riformulazione, chiarificazione e tecniche verbali;
- focalizzazione sul qui ed ora;
- “sedia vuota”;
- lavoro sulle polarità e sull’integrazione;
- ingiunzione paradossale.

MODELLO SISTEMICO-RELAZIONALE
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​In questo approccio l’attenzione terapeutica si sposta dall’individuo al sistema di relazioni della famiglia. Quest’ultima è vista come un “sistema vivente”, organizzato secondo regole, ruoli e funzioni che determinano le intenzioni e gli interscambi comunicativi al proprio interno e con l’ambiente esterno. Ciò che caratterizza l’orientamento sistemico-relazionale e che lo differenzia  dagli altri, è la concezione del “disturbo: per i terapeuti sistemici questo si colloca ed origina nel complesso sistema di relazioni del paziente, che spesso è “designato”, ossia manifesta il sintomo per esprimere un generale disagio della famiglia, della coppia o del gruppo.

Obiettivi
- Cambiare i comportamenti comunicativi presenti, per modificare i rapporti nel sistema familiare;
- Proporre nuove prospettive sulle relazioni e sulla soluzione dei problemi;
- Ristrutturare e riorganizzare il sistema.

Tecniche specifiche
I terapeuti dell’approccio sistemico-relazionale ricorrono a tecniche che eludono la resistenza al cambiamento. Le tecniche più utilizzate sono l’assegnazione di compiti e l’uso di prescrizioni. 

MODELLO BIOFUNZIONALE-CORPOREO
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Questo modello interviene sul problema non solo attraverso l’analisi del contenuto verbale, ma attraverso il ricorso a tecniche specifiche che permettono l’espressione corporea del blocco emotivo che sta alla base del sintomo. Il lavoro terapeutico è rivolto soprattutto allo scioglimento delle tensioni muscolari che bloccano le emozioni. 


​Obiettivi

La meta del processo terapeutico ad orientamento biofunzionale-corporeo è la riduzione delle tensioni muscolari usate come difese e la liberazione delle emozioni represse, che impediscono all’individuo di esprimere tutte le sue potenzialità.

Tecniche specifiche
Le tecniche corporee e gli esercizi che facilitano la mobilitazione dell’energia ed aiutano il paziente a prendere consapevolezza delle tensioni del proprio corpo, consistono nel massaggio, nella respirazione e nel movimento.

Fonte: Manuale di psicoterapia integrata. Verso un eclettismo clinico metodologico.
E. Giusti, C.  Montanari, G. Montanarella – Franco Angeli, 1995 (collana “Psicoterapie”).
Dott.ssa Lucia Bruciafreddo
PSICOLOGA E PSICOTERAPEUTA
P. Iva 02746130802
Via Zecca 7,  89125 Reggio Calabria
​+ 39 342 032 42 93
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