LABORATORI DI GRUPPO
IL CERCHIO MAGICO
Lavorando in ambito formativo ed educativo e nella mia esperienza da libraia e animatrice alla lettura, ho avuto spesso modo di sperimentare tecniche mutuate sia dall'animazione culturale che dalle metodologie di conduzione di gruppi psicologici. Qui descrivo due di queste esperienze che ho vissuto con particolare piacere e che mi hanno consentito di arricchire e migliorare i miei interventi. In particolare il Cerchio Magico è un pò il mio "cavallo di battaglia": è una tecnica che ho usato spesso sia con bambini e ragazzi che con gruppi di adulti e la trovo realmente "magica" nel suo potere di facilitare la comunicazione, le relazioni e la condivisione delle emozioni.

Cerchio Magico sta per "cerchio narrativo".
Si tratta di un’attività di gruppo che può essere realizzata con bambini e con gli adulti ed è stata sperimentata per la prima volta nel nostro Paese da alcune insegnanti di una scuola elementare modenese (l'esperienza è raccontata nel testo "Così liberi mai. La proposta del cerchio narrativo nella scuola di base come scoperta di sè e come apertura agli altri. Cinque anni di sperimentazione a Modena", Edizioni Eranuova, 2005).
Il cerchio narrativo è un’attività educativa, uno strumento di grande rilevanza sia per la crescita psicologica e relazionale dei bambini che per far riscoprire agli adulti il piacere di raccontare ed ascoltare delle storie. Nello specifico, consiste nella creazione di uno spazio (relazionale e fisico) nel quale i partecipanti possano stabilire un profondo contatto con sè stessi e con gli altri narrando vicende personali ed ascoltando quelle degli altri componenti del gruppo.
L'esperienza del narrare racchiude in sè un'attribuzione di significato. Raccontando diamo senso ai fatti della nostra vita. L'acquisizione della capacità di rappresentare a noi stessi e agli altri i nostri vissuti è una fase importante dello sviluppo. Alla comparsa del linguaggio si viene a costituire il "Sè narrativo" (Stern, 1985): comincia a definirsi una separazione fra il mondo delle esperienze "vissute" e quello delle esperienze "rappresentate", emerge lo sviluppo del pensiero simbolico. In questa fase noi siamo potenzialmente in grado di narrare la nostra storia, che implica la possibilità di accendere più riflettori sull'immagine che abbiamo di noi, di assumere rispetto a noi stessi e alla nostra vita infiniti punti di vista. Gli esiti del percorso di stesura della nostra "autobiografia" possono essere innumerevoli e legati a diversi fattori, ma ciò che più importa è che la capacità di narrare non è un'acquisizione legata ad una necessaria "tappa" che consente uno sviluppo sano e integrato della nostra personalità, è piuttosto una competenza che in qualsiasi momento possiamo sviluppare e accrescere. Possiamo sviluppare cioè la capacità di storicizzare, di costruire il significato degli oggetti dei nostri pensieri, dei nostri ricordi e delle nostre emozioni.
Per lo svolgimento dell'attività è necessario creare un contesto per la narrazione: un luogo fisico e temporale di dedizione, di sospensione, di magia. Tutto questo lo otteniamo predisponendo il setting con luci soffuse, arredi morbidi, musica in sottofondo. Poche e semplici regole definiscono la cornice del gioco (sospensione del giudizio, attesa del turno di racconto, silenzio durante le narrazioni altrui). La magia si crea spontaneamente con la condivisione!
Si tratta di un’attività di gruppo che può essere realizzata con bambini e con gli adulti ed è stata sperimentata per la prima volta nel nostro Paese da alcune insegnanti di una scuola elementare modenese (l'esperienza è raccontata nel testo "Così liberi mai. La proposta del cerchio narrativo nella scuola di base come scoperta di sè e come apertura agli altri. Cinque anni di sperimentazione a Modena", Edizioni Eranuova, 2005).
Il cerchio narrativo è un’attività educativa, uno strumento di grande rilevanza sia per la crescita psicologica e relazionale dei bambini che per far riscoprire agli adulti il piacere di raccontare ed ascoltare delle storie. Nello specifico, consiste nella creazione di uno spazio (relazionale e fisico) nel quale i partecipanti possano stabilire un profondo contatto con sè stessi e con gli altri narrando vicende personali ed ascoltando quelle degli altri componenti del gruppo.
L'esperienza del narrare racchiude in sè un'attribuzione di significato. Raccontando diamo senso ai fatti della nostra vita. L'acquisizione della capacità di rappresentare a noi stessi e agli altri i nostri vissuti è una fase importante dello sviluppo. Alla comparsa del linguaggio si viene a costituire il "Sè narrativo" (Stern, 1985): comincia a definirsi una separazione fra il mondo delle esperienze "vissute" e quello delle esperienze "rappresentate", emerge lo sviluppo del pensiero simbolico. In questa fase noi siamo potenzialmente in grado di narrare la nostra storia, che implica la possibilità di accendere più riflettori sull'immagine che abbiamo di noi, di assumere rispetto a noi stessi e alla nostra vita infiniti punti di vista. Gli esiti del percorso di stesura della nostra "autobiografia" possono essere innumerevoli e legati a diversi fattori, ma ciò che più importa è che la capacità di narrare non è un'acquisizione legata ad una necessaria "tappa" che consente uno sviluppo sano e integrato della nostra personalità, è piuttosto una competenza che in qualsiasi momento possiamo sviluppare e accrescere. Possiamo sviluppare cioè la capacità di storicizzare, di costruire il significato degli oggetti dei nostri pensieri, dei nostri ricordi e delle nostre emozioni.
Per lo svolgimento dell'attività è necessario creare un contesto per la narrazione: un luogo fisico e temporale di dedizione, di sospensione, di magia. Tutto questo lo otteniamo predisponendo il setting con luci soffuse, arredi morbidi, musica in sottofondo. Poche e semplici regole definiscono la cornice del gioco (sospensione del giudizio, attesa del turno di racconto, silenzio durante le narrazioni altrui). La magia si crea spontaneamente con la condivisione!
Workshop sulla genitorialità
Peace & Love: Integrazione, Accettazione e Perdono
Amiamo come siamo stati amati.
Portiamo tutti nel nostro cuore piccole e grandi "ferite" createsi nella relazione con le prime persone oggetto del nostro amore: i nostri genitori. E spesso, inconsapevolmente, magari nel tentativo di differenziare dal loro il nostro modo di relazionarci, ripetiamo gli stessi "errori". Prendere consapevolezza di queste ferite e riconoscere il modo in cui queste condizionano il nostro modo di relazionarci è il primo passo per il cambiamento.
Riappacificarsi con se stessi e con gli altri, accettando e integrando parti di Sè ( e degli altri) di cui non siamo consapevoli o che riteniamo inaccettabili, libera da emozioni negative e ci apre alla possibilità di amare pienamente.
Portiamo tutti nel nostro cuore piccole e grandi "ferite" createsi nella relazione con le prime persone oggetto del nostro amore: i nostri genitori. E spesso, inconsapevolmente, magari nel tentativo di differenziare dal loro il nostro modo di relazionarci, ripetiamo gli stessi "errori". Prendere consapevolezza di queste ferite e riconoscere il modo in cui queste condizionano il nostro modo di relazionarci è il primo passo per il cambiamento.
Riappacificarsi con se stessi e con gli altri, accettando e integrando parti di Sè ( e degli altri) di cui non siamo consapevoli o che riteniamo inaccettabili, libera da emozioni negative e ci apre alla possibilità di amare pienamente.
Workshop sulla genitorialità
"La base sicura: attaccamento, educazione e sicurezza di sè"

"L'attaccamento è la propensione innata a cercare la vicinanza protettiva di un membro della propria specie quando si è vulnerabili ai pericoli ambientali per fatica, dolore, impotenza o malattia" (Bowlby, 1969)
Nel corso della nostra vita, in base alla relazione che abbiamo instaurato con i nostri genitori o con altri “caregiver” (figure di riferimento importanti che abbiamo avuto), ci creiamo uno “stile di attaccamento” che può essere, secondo la classificazione dei teorici del modello: sicuro, insicuro (ansioso - ambivalente ed evitante) o disorganizzato. In base a questo ci muoviamo nelle nostre relazioni e su questo fondiamo, a nostra volta, la relazione con i nostri figli. Conoscere il nostro stile di attaccamento è importante perché ci consente di trasformarlo e di modificare, con consapevolezza, il nostro stile educativo e la relazione con i nostri figli.
Tramite il workshop esperienziale è possibile fare tutto ciò. Il workshop gratuito condotto dalla dott.ssa Lucia Bruciafreddo è rivolto ai genitori che desiderano migliorare le loro competenze genitoriali e la loro relazione con i propri figli. È un incontro che si avvarrà, tra l'altro, del gruppo, prezioso strumento per imparare e condividere nuove modalità relazionali.
Nel corso della nostra vita, in base alla relazione che abbiamo instaurato con i nostri genitori o con altri “caregiver” (figure di riferimento importanti che abbiamo avuto), ci creiamo uno “stile di attaccamento” che può essere, secondo la classificazione dei teorici del modello: sicuro, insicuro (ansioso - ambivalente ed evitante) o disorganizzato. In base a questo ci muoviamo nelle nostre relazioni e su questo fondiamo, a nostra volta, la relazione con i nostri figli. Conoscere il nostro stile di attaccamento è importante perché ci consente di trasformarlo e di modificare, con consapevolezza, il nostro stile educativo e la relazione con i nostri figli.
Tramite il workshop esperienziale è possibile fare tutto ciò. Il workshop gratuito condotto dalla dott.ssa Lucia Bruciafreddo è rivolto ai genitori che desiderano migliorare le loro competenze genitoriali e la loro relazione con i propri figli. È un incontro che si avvarrà, tra l'altro, del gruppo, prezioso strumento per imparare e condividere nuove modalità relazionali.
Workshop "Liberi dall'ansia"
Il workshop condotto da me e dal dott. Giandomenico Chirico è rivolto a chi si trova a dover fronteggiare livelli di ansia che possono interferire con la quotidianità (lavoro, relazioni, interessi e tempo libero, progetti di vita e professionali).
Sarà un incontro che si avvarrà, tra l'altro, del gruppo, preziosa risorsa per imparare e condividere strategie vincenti.
Si conosceranno i funzionamenti dell'ansia, i suoi sintomi, i suoi significati e si acquisiranno gli strumenti utili per la sua gestione, mettendo in pratica alcune tecniche per fronteggiarla.
Il workshop è teorico esperienziale e integra il modello Strategico Breve, dell’Analisi Transazionale, della Gestalt e l’approccio cognitivista.
Sarà un incontro che si avvarrà, tra l'altro, del gruppo, preziosa risorsa per imparare e condividere strategie vincenti.
Si conosceranno i funzionamenti dell'ansia, i suoi sintomi, i suoi significati e si acquisiranno gli strumenti utili per la sua gestione, mettendo in pratica alcune tecniche per fronteggiarla.
Il workshop è teorico esperienziale e integra il modello Strategico Breve, dell’Analisi Transazionale, della Gestalt e l’approccio cognitivista.
Il workshop condotto da me e dal dott. Giandomenico Chirico è rivolto a chi si trova a dover fronteggiare livelli di ansia che possono interferire con la quotidianità (lavoro, relazioni, interessi e tempo libero, progetti di vita e professionali).
Sarà un incontro che si avvarrà, tra l'altro, del gruppo, preziosa risorsa per imparare e condividere strategie vincenti.
Si conosceranno i funzionamenti dell'ansia, i suoi sintomi, i suoi significati e si acquisiranno gli strumenti utili per la sua gestione, mettendo in pratica alcune tecniche per fronteggiarla.
Il workshop è teorico esperienziale e integra il modello Strategico Breve, dell’Analisi Transazionale, della Gestalt e l’approccio cognitivista.
Sarà un incontro che si avvarrà, tra l'altro, del gruppo, preziosa risorsa per imparare e condividere strategie vincenti.
Si conosceranno i funzionamenti dell'ansia, i suoi sintomi, i suoi significati e si acquisiranno gli strumenti utili per la sua gestione, mettendo in pratica alcune tecniche per fronteggiarla.
Il workshop è teorico esperienziale e integra il modello Strategico Breve, dell’Analisi Transazionale, della Gestalt e l’approccio cognitivista.
La Legge dell'Attrazione - Workshop teorico esperenziale

"Possiedi la chiave per ogni tuo desiderio.
Non è possibile provare costantemente emozioni positive per qualcosa e non ottenerlo [....] Quando avrai capito che il modo in cui senti indica il tuo livello di accesso o di resistenza, avrai la chiave per creare ogni cosa che desideri."
Esther e Jerry Hicks
Quello che pensi si manifesta, che tu lo voglia o no, che tu lo creda o no.
Il workshop teorico esperienziale condotto dalla me e dal dott. Giandomenico Chirico, ti aiuterà a scoprire come disporti per realizzare ogni tuo sogno e progetto di vita.
Non è possibile provare costantemente emozioni positive per qualcosa e non ottenerlo [....] Quando avrai capito che il modo in cui senti indica il tuo livello di accesso o di resistenza, avrai la chiave per creare ogni cosa che desideri."
Esther e Jerry Hicks
Quello che pensi si manifesta, che tu lo voglia o no, che tu lo creda o no.
- Ti è mai capitato di pensare "Non voglio fare tardi" e invece fai tardi?
- Ti è mai capitato di pensare ad una persona e ricevere una sua telefonata o di incontrarla?
- Hai mai desiderato qualcosa e poi te l'hanno regalato?
Il workshop teorico esperienziale condotto dalla me e dal dott. Giandomenico Chirico, ti aiuterà a scoprire come disporti per realizzare ogni tuo sogno e progetto di vita.
NOI DUE: workshop sulla relazione di coppia

L'incontro di gruppo condotto insieme al mio collega, dott. Giandomenico Chirico, è rivolto a coppie che vogliono migliorare la loro relazione e a singoli che vogliono riflettere sui loro comportamenti nelle relazioni sentimentali o su pensieri, emozioni, comportamenti nelle questioni di cuore.
È un modo divertente e costruttivo per conoscerci meglio, capire quali sono le nostre aspettative e le nostre paure nella coppia, osservare il nostro modo di comunicare e stare nella relazione e immaginare quali possano essere le direzioni del cambiamento che desideriamo.
È un modo divertente e costruttivo per conoscerci meglio, capire quali sono le nostre aspettative e le nostre paure nella coppia, osservare il nostro modo di comunicare e stare nella relazione e immaginare quali possano essere le direzioni del cambiamento che desideriamo.
Workshop LA STRADA PER IL SUCCESSO
Tecniche e strategie di autopromozione per migliorare la propria visibilità e lavorare anche in tempo di crisi

C’è la crisi in Italia, anzi, nel mondo. E la disoccupazione nel Meridione (ma quella c’è sempre stata). E il clientelismo, non c’è più il posto fisso, e i bamboccioni si sono evoluti in choosy… E così non si lavora mai!
Ma sono queste le uniche e sole ragioni? Eppure alcuni ce la fanno a scalare le vette del successo, ad entrare nel Paradiso degli autorealizzati che arrivano pure a fine mese. Come? Sanno “promuoversi meglio”, sanno leggere regole e tendenze del mercato, utilizzano le strategie più efficaci di comunicazione.
Con il workshop “LA STRADA PER IL SUCCESSO” inizieremo a vedere come fare “self marketing” e muoveremo i primi passi sulla via della realizzazione professionale.
Ma sono queste le uniche e sole ragioni? Eppure alcuni ce la fanno a scalare le vette del successo, ad entrare nel Paradiso degli autorealizzati che arrivano pure a fine mese. Come? Sanno “promuoversi meglio”, sanno leggere regole e tendenze del mercato, utilizzano le strategie più efficaci di comunicazione.
Con il workshop “LA STRADA PER IL SUCCESSO” inizieremo a vedere come fare “self marketing” e muoveremo i primi passi sulla via della realizzazione professionale.
SCOLPIRE LO STRESS
Laboratorio psicocorporeo per la gestione dello stress
e la promozione del benessere

Questo laboratorio psico – corporeo è nato in collaborazione con due mie care amiche e colleghe, Mariarosaria Colangelo e Alessia D’Acunti. Riflettendo sulla possibilità di programmare un’attività di gruppo per la riduzione e la prevenzione dello stress, ci siamo rese conto da subito che non si poteva prescindere da una strategia che guardasse in modo complessivo alla persona. Nello stato di stress sono implicati numerosi elementi del funzionamento umano: le emozioni, il pensiero, il sistema neurovegetativo, la rete di informazioni veicolate tramite i neurotrasmettitori. La risposta allo stress coinvolge contemporaneamente molteplici funzioni; è una risposta complessa e pensare di intervenire su un solo livello significherebbe programmare un intervento parzialmente efficace, se non completamente inefficace. Altro elemento di cui tener conto è che la risposta dello stress ha un’altissima componente soggettiva: ognuno di noi risponde in modo diverso agli eventi stressanti, che non sono il problema in sé e per sé ma lo diventano in base alla percezione che ne ha l’individuo e a numerosi altri fattori. Da qui la differenziazione classica tra eustress e distress: la forte sollecitazione psicofisica provocata da un evento stressante ha una funzione evolutiva, buona (eustress) nel momento in cui ci mette in grado di intervenire con tempestività per la risoluzione di problemi. In questo caso lo stress si manifesta nel pieno della sua funzione di sindrome di adattamento che produce, perlopiù, esiti positivi. Il problema nasce quando per cronicità o gravità dell’evento stressante o soggettiva percezione di gravità, le risposte “adattive” del nostro organismo si trasformano in malessere.
Da queste considerazioni ha preso le mosse il laboratorio, programmato secondo una strategia di integrazione di varie tecniche finalizzate a coinvolgere, gradualmente, la persona nella sua complessità.
L’obiettivo è di far sperimentare ai partecipanti una sensazione di benessere “autoprodotta”, ricercata, sentita, costruita dopo aver sperimentato e compreso le conseguenze dello stress sull’individuo e sull’ambiente di vita. Per ottenere ciò, i partecipanti vengono gradualmente accompagnati verso le soluzioni di benessere tramite diverse fasi. In un primo momento si lavora prevalentemente a livello cognitivo e si prende consapevolezza delle conseguenze dello stress sul nostro equilibrio psicofisico e relazionale. Successivamente si passa al lavoro corporeo tramite il quale ognuno mette in scena la sua “statua dello stress” (da qui il nome del laboratorio) e sperimenta le limitazioni che una postura di vita stressata portano nel vissuto quotidiano. Il laboratorio culmina con la liberazione dalla posizione scomoda di stress ed un rilassamento corporeo accompagnato dalla musica.
Da queste considerazioni ha preso le mosse il laboratorio, programmato secondo una strategia di integrazione di varie tecniche finalizzate a coinvolgere, gradualmente, la persona nella sua complessità.
L’obiettivo è di far sperimentare ai partecipanti una sensazione di benessere “autoprodotta”, ricercata, sentita, costruita dopo aver sperimentato e compreso le conseguenze dello stress sull’individuo e sull’ambiente di vita. Per ottenere ciò, i partecipanti vengono gradualmente accompagnati verso le soluzioni di benessere tramite diverse fasi. In un primo momento si lavora prevalentemente a livello cognitivo e si prende consapevolezza delle conseguenze dello stress sul nostro equilibrio psicofisico e relazionale. Successivamente si passa al lavoro corporeo tramite il quale ognuno mette in scena la sua “statua dello stress” (da qui il nome del laboratorio) e sperimenta le limitazioni che una postura di vita stressata portano nel vissuto quotidiano. Il laboratorio culmina con la liberazione dalla posizione scomoda di stress ed un rilassamento corporeo accompagnato dalla musica.