Hai presente quando un amico ti dice che si sente confuso perché non sa più cosa prova per il suo partner e comunque si dispiace a lasciarlo e non lo vuole ferire? O peggio: hai presente quando è accaduto che a provare questo fosse il tuo partner, non un tuo amico? O, peggio ancora: hai presente quando è accaduto che il confuso in questione eri tu? (Le ultime due opzioni possono anche essere invertite per ordine di gravità, è soggettivo: dipende dalla posizione che si tiene nel continuum egoismo vs altruismo). |
Ebbene, proviamo a chiarire alcuni punti fondamentali che possono dissolvere le nebbie di questo tipo di incertezze e, soprattutto, riportare il focus della problematicità sul “non più amante” o presunto tale piuttosto che sul “non più amato”.
1. Le persone possono sopravvivere anche senza il nostro amore: ce n'è talmente tanto nel mondo... (ma davvero pensiamo che il nostro sia il più speciale che esista e l’unica ragione di vita per chi lo riceve?).
2. Le persone non soffrono se noi non le amiamo, ma se stanno in una relazione in cui non sono amate. Ergo, non soffrono se diciamo loro di non amarle quando non le amiamo più (compiendo l'ultimo atto di rispetto e, dunque, di amore) ma se continuiamo a starci insieme pur non amandole.
3. Anche quando affermano il contrario (<<Se mi lasci sto male/per me è la fine/non posso vivere senza di te>> ecc...) le persone non solo non subiranno alcun danno nel chiudere una storia con un partner che non le ama più, ma ne trarranno persino giovamento!
4. Siamo sicuri che dire: <<Non ti amo più>> faccia soffrire l'altro?... È difficile per chi? E per cosa?....
Chiudere una relazione che non funziona più e nella quale è finito il sentimento, unico e solo carburante (e può esserlo per svariate ragioni, non necessariamente, anzi, secondo me, non sicuramente, per colpe), non è semplice.
Riconoscere tutto questo e accettarlo ancora meno.
Richiede di possedere sicurezza, lealtà, centratura, fiducia in sé, nella vita e negli altri.
E richiede di non avere timore del cambiamento, di lasciare il certo, il noto, per l’incerto, l’ignoto.
1. Le persone possono sopravvivere anche senza il nostro amore: ce n'è talmente tanto nel mondo... (ma davvero pensiamo che il nostro sia il più speciale che esista e l’unica ragione di vita per chi lo riceve?).
2. Le persone non soffrono se noi non le amiamo, ma se stanno in una relazione in cui non sono amate. Ergo, non soffrono se diciamo loro di non amarle quando non le amiamo più (compiendo l'ultimo atto di rispetto e, dunque, di amore) ma se continuiamo a starci insieme pur non amandole.
3. Anche quando affermano il contrario (<<Se mi lasci sto male/per me è la fine/non posso vivere senza di te>> ecc...) le persone non solo non subiranno alcun danno nel chiudere una storia con un partner che non le ama più, ma ne trarranno persino giovamento!
4. Siamo sicuri che dire: <<Non ti amo più>> faccia soffrire l'altro?... È difficile per chi? E per cosa?....
Chiudere una relazione che non funziona più e nella quale è finito il sentimento, unico e solo carburante (e può esserlo per svariate ragioni, non necessariamente, anzi, secondo me, non sicuramente, per colpe), non è semplice.
Riconoscere tutto questo e accettarlo ancora meno.
Richiede di possedere sicurezza, lealtà, centratura, fiducia in sé, nella vita e negli altri.
E richiede di non avere timore del cambiamento, di lasciare il certo, il noto, per l’incerto, l’ignoto.